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non era fredda
nemmeno stronza
era solo triste
stanca di fare a botte
con la vita
.
Charles Bukowskinon era fredda, nemmeno stronza, era solo triste..

Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole
Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole: ho passato gran parte della mia vita a non dire le cose volevo dire, e me ne sono pentito. La nostra natura ci impone di mandare messaggi subliminali, comunicare con i gesti, perchè abbiamo paura di esporci per come siamo. Anche a noi stessi. Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obbiettivi che ho abbandonato perchè il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli.

Mi è capitato spesso di perdonare le persone solo perché non volevo che uscissero dalla mia vita. Continuavo a sopportare ogni minima...

Mi è capitato spesso di perdonare le persone..

 

Caddi in uno dei miei patetici periodi di chiusura.
Spesso, con gli esseri umani, buoni e cattivi, i miei sensi semplicemente si staccano, si stancano: lascio perdere.
Sono educato. Faccio segno di si.
Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno.
Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai.
Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l’anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali.
Non importa, il mio cervello si chiude. Ascolto. Rispondo.
E sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono.

Charles Bukowski (Musica per organi caldi)

Caddi in uno dei miei patetici periodi di chiusura

Poesia di Charles Bukowski
Gioco di specchi
Peter era un mostro, Peter era grasso, Peter era scemo,
Peter era goffo, Peter balbettava
e Peter inciampava e le ragazze ridevano di Peter
e i ragazzi lo punzecchiavano....

Gioco di specchi (Bukowski)

Poesia di Charles Bukowski
Le bugie hanno le gambe corte

Gruppo di ragazzi seduti a bere da Louie
salta su, dice che era in questa camera da letto
a darci dentro quando la donna sotto di lui esclama:
è mio marito! sento la chiave nella porta!.
Louie balza in piedi, c'era solo una via
d'uscita, attraverso la finestra del bagno, era
al secondo piano ma lui ci si butta lo stesso,
lasciando i pantaloni, la camicia, le scarpe, tutto lì,
si sporge dalla finestra, a cu*o nudo, e scivola
giù lungo lo scolo dell'acqua.
a tre quarti del viaggio perde la presa,
cade al suolo, si rialza con una distorsione
3 uno slogamento alla caviglia e zoppica fino all'auto
parcheggiava sul retro e vola via sgommando nella notte,
completamente nudo ma ancora vivo!

i ragazzi ridono:"caz*o, Louie, l'hai fatta franca!".

come la vedevo io, Louie non avrebbe potuto
mettere in moto senza i pantaloni con le chiavi dentro.
sapevo di poterlo sbugiardare, ma a che pro?

un altro tizio con una storia piena di balle
mentre io stavo pensandone una per conto mio.

Peter era un mostro, Peter era grasso, Peter
era scemo, Peter era goffo, Peter balbettava
e Peter inciampava e le ragazze ridevano di
Peter e i ragazzi lo punzecchiavano, e Peter
era costretto a restare a scuola dopo le lezioni
e a Peter cadevano gli occhiali e aveva le scarpe
slacciate e la camicia di fuori e vestiva come non
s'era mai visto e Peter sedeva sempre nell'ultimo
banco con il moccio che gli colava dal naso.

questo succedeva allora. cioè alle elementari e
alle medie, e il tempo passava e passava
e Peter cambia ogni anno la sua fuoriserie e
ha sempre una ragazza nuova e graziosa e
non porta più gli occhiali ed è dimagrito,
sembra quasi bello comunque certo sicuro di sé,
ha una casa in Messico e una a Hollywood.
Peter commercia in arte e in borsa, parla
tre lingue, ha lo yacht e un jet e inoltre
qualche volta produce dei film.

chi lo conosceva allora non lo conosce
adesso è successo qualcosa, che diavolo è stato?

e la maggior parte dei fighi di allora
che ancora si vedono in giro
sono deformi, sconfitti, ingloriosi,
idioti, senzacasa, senili o moribondi.

di rado va come ci aspettiamo che vada.
per la precisione, mai.

“Lo strizzacervelli non sapeva che l'attesa è una di quelle cose che fa impazzire la gente? La gente aspettava per tutta la vita. Aspettava per vivere, aspettava per morire. Aspettava in fila per comprare la carta igienica. E se non aveva quattrini aspettava in file più lunghe. Aspettavi per dormire e poi aspettavi per svegliarti. Aspettavi per sposarti e poi aspettavi per divorziare. Aspettavi che piovesse poi aspettavi che smettesse. Aspettavi per mangiare poi aspettavi per mangiare di nuovo. Aspettavi nello studio di uno strizzacervelli con una masnada di psicopatici e ti chiedevi se lo fossi anche tu.”  Charles Bukowski, Pulp

Lo strizzacervelli non sapeva che l'attesa è una di quelle cose che fa impazzire la gente

 

Mi hanno sempre irritato tutti gli anni, le ore i minuti che gli ho regalato lavorando come un mulo,
mi ha fatto seriamente male alla testa, mi ha fatto male dentro, mi ha stordito
e mi ha fatto diventare pazzo – non riuscivo ad accettare questi miei anni assassinati eppure i miei compagni di lavoro non davano segni di
agonia, anzi molti di loro sembravano addirittura soddisfatti, e vederli così mi faceva impazzire quasi quanto quel lavoro monotono e insensato...
CHARLES BUKOWSKI – SCINTILLA (2)

... nessuno può salvarti se non tu stesso. Sarai continuamente messo in situazioni praticamente impossibili.
Ti metteranno continuamente alla prova con sotterfugi.. inganni e sforzi per farti capitolare.. arrendere e/o morire silenziosamente dentro.
Nessuno può salvarti se non tu stesso.. e sarà abbastanza facile fallire.. davvero facilissimo ma non farlo.. non farlo.. non farlo... nessuno può salvarti se non tu stesso. Sarai continuamente messo in situazioni praticamente impossibili..

... l esistenza era non solo assurda.. era un duro lavoro.. puramente e semplicemente.
Pensate quante volte vi infilate la biancheria intima.. in tutta la vita.
Era spaventoso.. era disgustoso.. era stupido (Charles Bukowski)