Vai al contenuto

Lo stagno delle ninfee di Seki è un posto spettacolare che venne riprodotto anche in un'opera di vero stile  dipinta dal celebre pittore francese Claude Monet nel 1899.

Lo stagno di Monet

Ricordiamo che il quadro è ispirato ad un perfetto giardino in stile Giapponese del pittore presso Giverny, dove egli coltivava molte piante esotiche che decoravano un ponticello di legno, che nella rappresentazione divide lo spazio pittorico orizzontalmente, in due parti.

Ricordiamo che Seki è una località della prefettura di Gifu, circondata da montagne tra le quali si trova un lago dalle acque cristalline. Si tratta di uno dei numerosi luoghi straordinari che possiamo trovare nel mondo. La trasparenza delle acque permette di osservare da vicino gli elementi che lo compongono.

Gigli e ninfee colorano le acque dello stagno, provenienti dai circostanti torrenti. Una rigogliosa vegetazione che, siamo certi, anche Monet avrebbe apprezzato e certamente dipinto. Il ponte giapponese rappresentato nell’opera si trovava all’interno del giardino dell’artista, che lo aveva fatto costruire appositamente.

GUARDA ANCHE: Con la realtà virtuale i quadri di Van Gogh prendono vita

A partire dal primo decennio del XX secolo e fino alla morte del pittore francese nel 1926, questo giardino e in particolare il bacino in esso contenuto, diventano la sua unica fonte di ispirazione. Tra le tele realizzate in questo periodo, grande rilevanza hanno i quadri con le ninfee, che compaiono in circa trecento tele realizzate a partire dal 1914 fino alla sua morte.

Ricordiamo che si tratta ancora oggi di un luogo incontaminato in cui è possibile apprezzare tutto quello che ha rappresentato Monet nella sua imponente produzione artistica, incluse quelle note di colore e quei riflessi nati dalla sua fantasia. E per questa inusuale somiglianza, nonostante i 9600 chilometri questo specchio d’acqua è stato ribattezzato, per l’appunto, «Lo stagno di Monet».