Il sole ha in pugno la pietà,
è una torcia tenuta troppo in alto.
E mentre i jet sfrecciano attraverso il suo occhio
E i razzi saltano come rospi
La pace non è più
per qualche ragione preziosa
La follia serpeggia in noi come petalo di giglio
sull'acqua impazzita senza senso
I pittori dipingono, intingono i loro rossi e i verdi e i gialli
I poeti mettono in rima la loro solitudine
I musicisti muoiono di fame
I romanzieri sbagliano mira
Ma non il pellicano né il gabbiano
I pellicani si tuffano in picchiata
Si alzano agitando nei becchi
Pesci radioattivi, scioccati, mezzi morti.
L'alba è sempre rosa e arancione
I fiori si aprono al mattino come sempre
Ma coperti dalla polvere sottile del cherosene
E da funghi, funghi velenosi.
E in un milione di stanze
Gli amanti giacciono intrecciati
e perduti e malati come la pace
Non possiamo svegliarci
Dobbiamo noi per sempre, amici cari,
morire nel sonno.
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