Mi strugge l’anima perdutamente / il desiderio d’una donna viva, / spirito e carne, / da poterla stringere / senza ritegno e scuoterla, avvinghiato / il mio corpo al suo / corpo sussultante, / ma poi, in altri giorni più sereni, / starle d’accanto dolcemente, senza / più un pensiero carnale, a contemplare / il suo viso soave di fanciulla, / ingenuo, come avvolto in un dolore / e ascoltare la sua voce leggera / parlarmi lentamente, come in un sogno…
- Cesare Pavese -
(Emile Friant, Gli amanti)