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Il segreto della mia pazienza
Charles Bukowski - Official Italian Profile
"Il segreto della mia pazienza è comportarmi come se avessi già mandato a fan**lo tutti"
Non so gli altri…
La maggior parte della gente non è preparata alla morte
La maggior parte della gente non è preparata alla morte, alla propria o a quella di chicchessia.
Ne sono scioccati, terrorizzati. È come una grossa sorpresa. Che diavolo, non dovrebbe esserlo. Io mi porto la morte nel taschino. A volte la tiro fuori e le parlo: "Ciao bella, come va? Quand'è che vieni a prendermi? Sono pronto".
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte.
Tutti abbiamo varie forme di pazzia…
Tutti abbiamo varie forme di pazzia e di bruttezza, delle quali non siamo coscienti, ma di cui gli altri sono consapevoli.
Se ci pensi su fitto, non campi più:
Charles Bukowski - Official Italian Profile
Confessioni di un codardo[cit.]
- Il vero casino della vita, pensò, era dover fare i conti con i problemi altrui. (da Un universo poco accomodante; p. 26)
- «Dovremo sterilizzare un coltello»
«E come si fa?»
«Sul fornello. Sopra la fiamma. Imbavagliamo il ragazzo e glielo tagliamo via. ZAC! In un attimo è fatta.»
«Non morirà dissanguato?»
«Non ha abbastanza culo.» (da Riscatto; p. 36) - [Dopo averlo ucciso] Si sentì prendere da un improvviso rimorso. Che strano. Adesso gli voleva bene. Era stato un uomo particolare, un uomo d'eccezione, e famoso. Era invecchiato. Ma quella non era una colpa. Ora lei non voleva i suoi quattrini. Voleva solo che lui vivesse. Lo voleva vicino. Sentì un cane abbaiare in lontananza. il cane era vivo. Quando qualcosa è vivo è unico, straordinario, indipendentemente dalle circostanze. (da La star; p. 45)
- Andò giù bene, ci voleva proprio. Naturalmente era da codardi sforzarsi di dimenticare l'incomprensibile, però necessario. (da Che fine ha fatto quell'adorabile ragazza sorridente vestita di percalle?; p. 65)
- Scrivo ancora. Nei primi quattro mesi di quest'anno ho scritto duecentocinquanta poesie. Sento ancora la follia scorrermi dentro, ma ancora non ho scritto le parole che avrei voluto, la tigre mi è rimasta sulla schiena. Morirò con addosso quella figlia di puttana, ma almeno le avrò dato battaglia. E se fra voi c'è qualcuno che si sente abbastanza matto da voler diventare scrittore, gli consiglio va' avanti, sputa in un occhio al sole, schiaccia quei tasti, è la migliore pazzia che possa esserci, i secoli chiedono aiuto, la specie aspira spasmodicamente alla luce, e all'azzardo, e alle risate. Regalateglieli. Ci sono abbastanza parole per noi tutti. (da La mia pazzia; p. 93)
- Harry sentì la quieta stolidità di Monk. Monk aveva vinto, da qualche parte era arrivato. Era adatto a qualcosa, come la chiave di una serratura che apre una certa porta. [...] Harry guardò Monk alzare la bottiglia e sorseggiare la birra. Era solo un atto che Monk effettuava, come grattarsi il naso. Non era avido di birra. Monk se ne stava semplicemente seduto con la bottiglia ed era appagato. E il tempo passava come la merda portata dal fiume. (da Vita da barbone; pp. 116-117)
Ogni tanto arriva una donna…
Fuori non piove più […]
Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi -beh? Che è successo?
Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l'amare se non amare che te? Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti -ti amo-, almeno credo. Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l'ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.
È che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso. C'è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore. Ah! Mannaggia mannaggia, mannaggia al cuore che non sa far calcoli ma che pure spesso sbaglia i conti. Ma io non ero riuscito a dirti quel ti amo.
Era una primavera quando andasti via, lo ricordi? Io cercavo di farmi forza, la vita andava avanti sentivo dirmi da tutti. Quando te ne sei andata io mi sono un po' rincoglionito. Mi persi, diciamoci la verità, perdendoti io mi persi. E tu? Ah! No scusa, non volevo chiederti se anche tu ci sei rimasta male, era un e tu come stai? Roba del genere insomma, un e tu cosa fai ora? Che stai facendo adesso, adesso è in questo momento, che stai facendo in questo momento? Non mi interessa cosa stai facendo nella vita, io non ci sono più nella tua vita, cosa vuoi che mi importi? Sicuramente starai facendo tante cose belle, bellissime, ma a me importa adesso, adesso adesso mi importa, adesso in questo momento. Io adesso ti sto pensando facendomi del male. Io vorrei non pensarti ed averti invece qui, qui vicino a me. Ma non ci sei. Non voglio pensarti ma non lasciarmi solo, non andare via anche dai miei sogni. Tu dolce ferita mi tagli il cuore, ma io sorrido sai? Non mi fa male questo maledetto male. Sorrido perché dentro ci sei te e ti vedo, almeno posso vederti.
Ti vedo pure che dai un bacio a quello lì e questo un po' a dirti il vero mi fa incazzare. Ma tu non lasciarmi lo stesso, tienimi con te pure se sono incazzato. Tienimi con te. Non mi fa male la ferita al cuore, no, non mi fa male, sei tu che non ci sei, non andare via oltre.
A volte mi sento tanto forte da poterti dire che non esisti senza di me. Ma non è vero sai? È che ci provo ad andare avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci. Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti. Sei incancellabile tu. Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?