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bukowski

Io sono un paranoico: penso che il mondo intero ce l’abbia con me.
Ecco perché mi state tutti sul ca**o.
Dio si divertirà a complicarmi l’esistenza, arrecandomi fastidio come quando non trovo ciò che avevo in mano fino a pochi minuti prima, che poi magari ce l’avevo sotto il naso ma semplicemente non lo vedevo.
Qualcosa andrà storto, anche più di “qualcosa”, anche più di “storto”.

Non gradisco l’idea di attribuire le mie speranze alla fortuna perché è lunatica, come se fosse perennemente indisposta, un ciclo mestruale cominciato nel 1987 che terminerà non prima della mia morte.

Nonostante tutto, se mi prefisso un obbiettivo do per scontato che io ci possa riuscire, e se non ci riesco, pazienza.
Orgoglio e autostima non sono sempre sufficienti ad ammortizzare i miei fallimenti, i quali, a volte, sono così pesanti che mi spezzano la schiena. Fa niente: finora col tempo sono sempre guarito.

Io ci provo. Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole: ho passato gran parte della mia vita a non dire le cose volevo dire, e me ne sono pentito. La nostra natura ci impone di mandare messaggi subliminali, comunicare con i gesti, perchè abbiamo paura di esporci per come siamo. Anche a noi stessi.
Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obbiettivi che ho abbandonato perchè il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli.
Questa vita è una puttana e probabilmente mi spezzerà il cuore, ma ca**o, sono innamorato.
Va così, Rhum e Pera, perchè ci sono dei momenti forti che ti lasciano l’amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha la vita.
Se davvero Dio mi odia, mi accorgerò di aver finito il succo di frutta soltanto dopo aver bevuto l’ultimo bicchiere di rhum, e resterà un cattivo sapore sul mio palato.
Ma sarò troppo ubriaco per rendermene conto.
Quando sei felice bevi per festeggiare.
Quando sei triste bevi per dimenticare.
Quando non hai nulla per essere triste o essere felice, bevi per fare accadere qualcosa.

La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, cattolicesimo, sollevamento pesi [...]

La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scultura, composizione, direzione d’orchestra, campeggio, yoga, gioco d’azzardo, alcool, ozio, gelato allo yoghurt, Beethoven, Budda, Cristo, meditazione trascendentale,suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City,e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente.

La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta: Io l’avevo fatta da un pezzo la mia scelta. Presi la bottiglia di vodka e andai in camera mia.

Io non conoscevo nessuno. Ce ne voleva per eccitarmi. Non me ne fregava niente di niente [...]

Non mi piaceva niente. Io ero un solitario di natura [...]

Non mi piaceva niente. Io ero un solitario di natura, mi bastava vivere con una donna, mangiare con lei, dormire con lei, andare in giro con lei. Non volevo parlare, non volevo andare da nessuna parte.Non capivo la tv.

Mi sentivo stupido a sborsare soldi per andare al cinema e star seduto in mezzo alla gente a dividere le loro emozioni. Le feste mi davano la nausea. Odiavo i giochetti, le stronzate, i flirt, i bevitori da strapazzo, gli attaccabottoni.

"Non so quante bottiglie di birra ho bevuto aspettando che le cose migliorassero.

Non so quanto vino e whisky e birra, soprattutto birra, ho bevuto dopo aver rotto con le donne, aspettando lo squillo del telefono, aspettando il rumore dei passi, e il telefono non squilla mai se non molto più tardi, e i passi non arrivano mai se non molto più tardi. "

Non so quante bottiglie di birra ho bevuto aspettando che le cose migliorassero...

Charles Bukowski - Official Italian Profile

la-cefalea

E la maggior parte degli uomini lavora otto ore al giorno almeno cinque giorni la settimana. E neanche loro amano la vita. Non c'è ragione per uno che lavora otto ore al giorno di amare la vita, perché è uno sconfitto.

Si dorme otto ore, si lavoro otto ore, si va avanti e indietro, tutte le piccole cose che si hanno da fare. [...]
Come si può amare la vita se si vive soltanto un'ora e mezzo al giorno e si buttano via tutte le altre ore? E questo è quello che ho fatto per tutta la vita.

E non l'ho amato. Credo che chiunque lo ami sia un grande idiota. Non c'è modo di poter amare questo genere di vita.

- Charles Bukowski

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Sai, molto tempo fa cercavo di combattere la felicità; mi dicevo: 

Chiunque è felice ha qualcosa di sbagliato, pensa in un modo distorto.

Oggi non lo faccio più, e mi dico: se è possibile essere felici, lo sarò.

Non farò il difficile e anche se non sarà la felicità perfetta non farò lo schizzinoso. Mi prenderò tutta la felicità che posso prendere.

- Charles Bukowski

Lo spreco di tempo

Qualsiasi cosa, del resto, è una perdita e spreco di tempo:

tranne fottere di gusto o creare qualcosa di buono o guarire o correr dietro a una specie di fantasma-amore-felicità.

Tanto tutti finiamo nel mondezzaio della sconfitta: chiamala morte, chiamala errore. Io non son bravo con le parole.

Direi però, dato che tutti ci s'adatta alle circostanze, che certe cose accrescono la tua esperienza, anche se magari non si tratta di saggezza.

È possibile peraltro che uno resti per tutta la vita nell'errore, vivendo in uno stato come d'intontimento o di paura. Ne avrete viste, di queste facce. Io ho visto la mia.

- Charles Bukowski

Mettiamola cosi: per me tu sei la numero uno, e non c'è nemmeno una numero due. (p. 297) (C.Bukowski)

Donne – Charles Bukowski Mettiamola cosi

Vi proponiamo di seguito le 10 Citazioni (Tratte dal libro 'Donne') a nostra opinione più belle e rappresentative del pensiero dell'autore. Clicca sulla freccia alla tua destra per scorrerle tutte.

Donne. Charles Bukowski: Fin dall'inizio, e per tutte le sue trecento pagine, il romanzo è la confessione esplicita, quasi ostentata, di una passione stregante: le donne per Bukowski sono un'attrazione costante, un bisogno che non conosce pause e che non si arresta neppure di fronte alle situazioni più disagevoli ...La ricerca del narrante non si arresta di fronte a nulla, forse perché l'amore è per lo scrittore americano il mezzo più sicuro per tenersi in rapporto con la realtà.  Continua a Leggere

Voglio essere sepolto vicino all'ippodromo... per sentire la volata sulla dirittura d'arrivo. (p. 285) (C.Bukowski)

Donne – Charles Bukowski Voglio essere sepolto